Sicurezza, servizi e un occhio al portafogli: Boldrini ci riprova in solitaria
«Mi chiamo Daniele Boldrini, 48 anni, sono un Ispettore della Guardia di Finanzia, in servizio presso la Compagnia di Varese. Sono nato e cresciuto a Brezzo di Bedero e dal 1992 sono sposato con Sara, ho 4 figlie dai 10 ai 15 anni».
Boldrini è l’unico candidato sindaco per Brezzo di Bedero, questo paese fra montagna e lago in un ambiente stupendo e con molti punti culturali e turistici. La lista con cui si presenta è “Guardiamo avanti”: per governare il paese sarà necessario che si rechino alle urne almeno il 50% più uno degli elettori. Altrimenti il comune verrà commissariato.
Quali sono le sue precedenti esperienze amministrative?
«Dal 2001 dedico parte del mio tempo a favore della comunità di Brezzo di Bedero, nel ruolo di sindaco dal 2001 al 2010 e come vicesindaco nell’ultimo mandato dell’Amministrazione comunale».
Perché ha deciso di candidarsi?
«Perché, malgrado tutto e pur con le enormi difficoltà che so di dover affrontare, tra i dubbi e la scarsa convinzione che qualche volta avevano il sopravvento, sento di essere ancora fortemente animato dalla passione e dalla voglia di impegnarmi per la comunità dove sono nato e cresciuto».
In che modo ha scelto i componenti della sua lista?
«E’ stata fatta una scelta condivisa con il sindaco Alfonso Urbani, al fine di dare continuità all’azione amministrativa. Perciò, agli amministratori uscenti interessati a proseguire il loro impegno a favore della collettività sono stati affiancati volti nuovi.
Il nostro gruppo è caratterizzato dal giusto equilibrio tra esperienza ed entusiasmo dei nuovi componenti, sostenuti anche dalle idee, dai talenti e dalla mentalità di giovani molto motivati».
Quali sono le priorità del paese?
«In questo momento i Comuni, e così Brezzo di Bedero, avrebbero bisogno di tante cose per migliorare il benessere dei cittadini. Attualmente il benessere passa sicuramente attraverso la sicurezza. Considero, quindi, la sicurezza una delle priorità del paese, a cui ci dedicheremo immediatamente dopo l’eventuale elezione, proseguendo le opere di miglioramento della sicurezza dei pedoni e dei bambini in particolare, oltre alla realizzazione di un importante piano intercomunale di videosorveglianza, per la sicurezza delle nostre case».
Indichi le prime tre decisioni che prenderà una volta eletto sindaco
«Trattandosi di una prosecuzione dell’attività amministrativa avviata, personalmente, nel 2001, non ravviso situazioni che richiedano interventi decisionisti e rapidi. Perciò, in aggiunta agli interventi sulla sicurezza, i tre progetti cui mi dedicherò con particolare dedizione saranno: 1 – Il coinvolgimento dei cittadini nella vita del Comune e delle associazioni, creando un costante rapporto di fiducia e facendoli sentire sempre protagonisti della vita della comunità, uniti dagli stessi valori ed impegnati per gli stessi obiettivi. 2 – La pavimentazione del parcheggio di piazza Aldo Moro. 3 – La sistemazione del tetto e della facciata esterna del palazzo comunale, luogo simbolo dell’amministrazione e di tutta la collettività di Brezzo di Bedero».
Come vede il paese fra cinque anni?
«Spero di poterlo vedere migliorato nel suo aspetto estetico e nella qualità dei servizi erogati ai cittadini. Ma la mia soddisfazione sarebbe completa solo se sarò riuscito a centrare l’obiettivo di un progetto ambizioso ed a lungo termine come quello di coinvolgere gli abitanti di Brezzo di Bedero, residenti e turisti, e potergli trasmettere il senso di appartenenza alla loro comunità».
Esiste, per i caso di Brezzo di Bedero, il “partito dell’astensione”? E se sì, come convincerà gli elettori ad andare a votare?
«Non saprei dire se esista un “partito dell’astensione”, sicuramente alcune persone sono intenzionate a non recarsi al voto, con qualcuno di essi ne ho parlato personalmente. Le ragioni, quantomeno quelle esternate, sono spesso riconducibili alla rabbia per la pesante imposizione fiscale, soprattutto sugli immobili. Questo mi infastidisce perché ricadono sugli amministratori locali le responsabilità di uno stato centralista che ormai da troppi anni interviene con fastidiose intromissione nell’attività amministrativa degli Enti locali, con provvedimenti che ledono la dignità istituzionale dei Comuni, li impoveriscono non solo economicamente e ne mortificano l’autonomia amministrativa, prevista dalla Costituzione (la riforma del Titolo V° della Costituzione del 2001 è tutt’ora in vigore). E questo avviene per porre rimedio ai danni catastrofici provocati da una classe politica inadeguata.
Abbandono il tono polemico e passo alla seconda parte della domanda. Cercherò di far capire agli “astensionisti” l’importanza del voto, continuando quello che noi amministratori di piccoli Comuni facciamo da sempre, ovvero il confronto diretto, il dialogo continuo con i cittadini, il metterci la faccia in ogni nostra scelta, rendendo conto del nostro operato ad ogni singolo elettore che quotidianamente incontriamo in Comune, al bar o per le vie del paese. Questa è la nostra forza, la passione e la voglia di impegnarsi per la nostra comunità, la capacità di mettere le esigenze dei cittadini davanti a tutto, il senso del dovere che non ti fa sentire la stanchezza quando devi concludere qualcosa per forza, che ti fa superare la paura, che ti fa vedere sempre nitido l’obiettivo anche quando ci sono tanti ostacoli davanti. Noi piccoli amministratori, impegnati quotidianamente per il bene comune, operiamo con la costante consapevolezza di gestire i soldi dei cittadini e che se sono spesi male, fossero anche solo 10 euro, sono soldi pubblici spesi male».