Il Pd vuole riportare "innovazione e inventiva" a Samarate
Una lista con tutte le frazioni – e a Samarate non è poco – e tutte le componenti sociali. Composta per metà da donne, e metà uomini. A sei settimane dal voto la squadra dei sedici del PD si è presentata in sala Pozzi.
«La scelta di mettermi in gioco – racconta Davide Sironi, candidato del Pd – è arrivata anche grazie alla lettura del programma di Samuele Astuti quando si è presentato e ha vinto a Malnate. Noi lavoreremo per un comune virtuoso con al centro la coesione sociale e con l’obiettivo di riportare a Samarate lo spirito di innovazione e inventiva che ha sempre caratterizzato il nostro comune e che si è un po’ perso. Per questo abbiamo scelto lo slogan “muoviti cambia”. Data la situazione economica non sarà facile. Dobbiamo valorizzare anche le sinergie con gli altri comuni per trovare le energie per mantenere i servizi risparmiando e potendo così investire in altre azioni. Il lavoro è la priorità anche nel nostro territorio e a seguire quello dell’ambiente e della scuola».
Davide Sironi ha poi presentato i sedici candidati partendo dalle otto donne.
Con lui era presente anche Samuele Astuti, segretario provinciale del Pd.
I candidati
Rossella Iorio: «vorrei portare qualche idea perché Samarate torni a esser vivibile per tutti».
Paola Riccardi: «ho cercato di unire la passione per la cultura alla mia professione come bibliotecaria. Sento molto il tema dell’integrazione e dell’accoglienza degli stranieri attraverso anche le diverse culture».
Milena Rosa: «ho insegnato per 38 anni nella scuola primaria di San Macario. Sto seguendo dei bambini stranieri perché non hanno il giusto supporto e le insegnanti sono in difficoltà».
Carolina Rubino: «occorre riprendere a lavorare dalle persone per unire sociale e cultura».
Consuelo Sozzi: «per me è centrale l’idea della città dei bambini. Nel comune di Varese, dove lavoravo, ho appreso quanto sia importante questo progetto e mi impegnerò per realizzarlo anche a Samarate».
Morgana Stell: «i temi importanti sono quelli della scuola e del lavoro. Sono connessi tra loro soprattutto pensando ai giovani».
Cristiana Zocchi: «la politica è una cosa bellissima perché significa prendersi cura non solo del proprio orticello. La cultura è alimento per il cervello ed è quindi fondamentale per cambiare la città».
Elisa Zocchi: «è fondamentale che pubblico e privato dialoghino di più per garantire migliori servizi».
Loris Acco: «bisogna valorizzare di più le zone più lontane dai centri più grandi partendo dalla situazione ambientale. Partiamo dal basso, dal controllo dei nostri boschi».
Gian Mario Crespi: «dobbiamo creare nuove opportunità di lavoro partendo proprio dal nostro territorio».
Raffaele Elia: «oggi più che mai il lavoro a Samarate è diventato una chimera. Il comune deve far incontrare domanda e offerta. Vorrei arrivare a mettere insieme le società sportive per avere una sola squadra di calcio».
Alessandro Ferrazzi: «Samarate è diventata anonima senza partecipazione e progetti. Dobbiamo riqualificare molte aree a partire dai giardini e dai parchi pubblici».
Riccardo Giacomin: “la musica è un elemento aggregante ma Samarate ha perso molto in questo terreno e dobbiamo recuperare”.
Emilio Paccioretti: «va diffusa la banda larga come una volta si facevano le opere pubbliche. Va poi diffusa la cultura di impresa. La nostra lista è espressione del cambiamento per ricostruire uno spirito e le competenze di cui il nostro comune ha bisogno».
Vittorio Solanti: «sono onorato di far parte di questa lista. Il giovane – come afferma un detto Masai – corre più veloce dell’anziano, ma questo conosce la strada. Vorrei ancora una Samarate solidale e attento all’ambiente».
Leonida Toschi: «è giusto dare una mano ai più giovani e affiancarli nel loro lavoro».
Ha chiuso la serata Samuele Astuti. «Trentadue gambe per correre e la campagna elettorale è importante per conoscere e ascoltare. Davide ha bisogno di tutte le persone che lo affiancano. Bisogno ora per raccogliere i voti, ma anche dopo nel momento del governo. Noi, nelle nostre città, dobbiamo ritrovare il coraggio. Pensare alla città dei bambini significa mettere in discussione gli adulti. Partire dai bambini significa esser inclusivi perché riguarda tanti soggetti. La città è di tutti e non delle macchine. I bambini hanno uno sguardo attento alla realtà e possono aiutare a progettare pensando anche agli adulti. Il progetto della Città dei bambini è complesso è richiede un grande ascolto».
Il segretario provinciale del Pd ha parlato più da sindaco citando la positività della scarsità di risorse, elemento per coinvolgere di più i cittadini. «Il compromesso è un altro elemento importante e positivo. Noi non dobbiamo mai abbassare l’asticella e dobbiamo trovare il modo per collaborare insieme giovani e diversamente giovani».