Gianni Banfi (Insieme per Gorla): “Continuità per un paese a misura d’uomo”
Gianni Banfi, 50 anni, sposato con due figli di 20 e 15 anni, è il candidato sindaco di Insieme per Gorla ed è l’attuale vicesindaco. Geometra, piccolo imprenditore nel ramo della cartellonistica e della pubblicità, è impegnato nell’amministrazione comunale dal 2005, prima come consigliere comunale e poi come assessore ai lavori pubblici negli ultimi 5 anni. Si definisce un moderato centrista, non ha mai avuto tessere di partito ed è entrato in politica da rappresentante di classe.
Quali sono i principi che muovono il suo impegno come candidato sindaco?
Mi sono candidato perchè a Gorla Maggiore dobbiamo rinforzare il dialogo con i cittadini sulle problematiche del quotidiano. I cittadini ci chiedono buona amministrazione e credo che in questi ultimi dieci anni siamo stati in grado di rispondere a questa esigenza. Credo di poter rappresentare per i miei concittadini un punto di riferimento perchè sono sempre stato tra loro e con loro partendo dal caffè in piazza ogni mattina fino all’associazionismo.
Come sarà la vostra squadra di governo?
Ho voluto con me due rappresentanti della vecchia guardia come Fabrizio Fumagalli al bilancio e Cristiano Moroni all’ambiente. Ne abbiamo bisogno perchè nel nostro territorio abbiamo una discarica da gestire sia dal punto di vista economico che ambientale e credo sia necessaria stabilità e continuità per la gestione di questo aspetto. Le altre deleghe saranno ricoperte da Anna Maria Marinoni, vicepreside del plesso scolastico,che avrà la delega alla cultura, semplificazione e minori , e Nicoletta Orlando, volontaria di lungo corso nel sociale, che avrà la delega ai servizi sociali. Sarà importante giocare di squadra e chiarire ai cittadini chi si occupa di che cosa e con quali competenze. Per noi questa è la trasparenza verso i cittadini.
Sfatiamo il mito di chi dice che amministrare Gorla Maggiore è facile perchè ci sono i soldi dalla discarica?
Non è così facile perchè c’è il patto di stabilità. I soldi della discarica sono congelati per il post discarica (parliamo di circa 64 milioni di euro) e possono essere usati solo quelli nella spesa corrente. Il patto di stabilità, purtroppo, penalizza un comune virtuoso come il nostro mentre altre realtà vicine a noi (non lo dice ma si riferisce a Mozzate, ndr) non solo non hanno accantonato soldi per il post discarica ma sono sotto di decine di milioni, ad un passo dal crac finanziario.
Cosa volete fare di questa discarica?
Nessuno vuole mantenere la discarica aperta. Sappiamo che c’è una richiesta di proroga per risagomare la collinetta da parte di Econord. Dovrà decidere la commissione dei saggi che abbiamo voluto condividere con l’opposizione, come è stato fatto fino ad oggi.
Perchè i cittadini dovrebbero continuare a darvi fiducia, dopo 20 lunghi anni?
Perchè Gorla Maggiore è stata gestita bene. La qualità della vita è buona e sono tantissimi servizi per i cittadini. Abbiamo sempre cercato di mantenere la dimensione del paese senza cementificare. Qui si puà dire che siamo in un comune a misura d’uomo. La sfida, ora che abbiamo lo svincolo della Pedemontana, è mantenere una moderata espansione urbanistica ben sapendo che fa gola l’area vicino all’autostrada.
A proposito di Pedemontana, in paese si respira un po’ di delusione per le compensazioni ai cittadini e al Comune.
E’ vero, c’è un po’ di amaro in bocca ma non credo che si possa dare la colpa a noi o a Zappamiglio che era nel collegio di vigilanza. In realtà serviva una presenza sul territorio da parte di Pedemontana. Ci sono persone che non hanno avuto quanto spettava loro dagli espropri. Sotto il cavalcavia in valle ci sono terreni che sono rimasti allagati nei quali i proprietari non sono riusciti a mettere piede. Certamente è troppo poco la compenszione ambientale da 280 mila euro per sistemare l’area di San Vitale. Gorla Minore e Solbiate hanno ottenuto oltre un milione di euro.
C’è un punto del programma che vuole sottolineare?
Il nostro programma punta molto sulla necessità di cicreare un senso di comunità. Dobbiamo passare da paese a comunità. Qui si guarda troppo al proprio giardinetto e il nostro impegno sarà indirizzato a chiudere le fratture tra i vari mondi dell’associazionismo. Le coinvolgeremo ancora di più perchè tramite le associazioni dobbiamo far passare l’idea che si puó lavorare insieme.