"Alleanza" di sindaci in carica e candidati, per servizi migliori
Sette Comuni pronti a lavorare insieme, per l’unione dei servizi. Obiettivo: ridurre i costi e garantire la qualità della vita dei cittadini
Aperta con un saluto del sindaco Pinuccia Quadrio, che ha invitato i suoi concittadini a scegliere il suo successore «pensando al bene dei casoratesi», si è svolta ieri sera all’interno della palestra di via De Amicis la serata “Unione dei servizi: meno costi e più efficienza”, un confronto tra amministratori e candidati sindaco, moderato dal giornalista Federico Delpiano, sul tema della collaborazione tra diversi enti locali: un modo per far fronte ai tagli di risorse da parte dello Stato senza intaccare la qualità della vita dei cittadini.
«Dobbiamo abbandonare i campanili, mettere insieme servizi e risparmiare risorse per le nostre comunità», l’invito rivolto dal segretario regionale del Pd Alessandro Alfieri. Mentre Paolo Bertocchi, responsabile enti locali del Pd nonché consigliere provinciale, ha incoraggiato i sindaci a perseguire questa strada: «porsi questi obiettivi in campagna elettorale è già un passo avanti. E la Provincia di Varese sarà al fianco dei comuni per moltiplicare le risorse e gestire al meglio i territori».
Ma perché rinunciare ai campanili e decidere di collaborare? «Negli ultimi dieci anni abbiamo vissuto continui tagli da parte dello Stato, una circostanza che ha reso sempre più difficile riuscire a garantire i servizi», ha spiegato il candidato sindaco della Lista civica democratica Tiziano Marson, «oggi dobbiamo procedere con una ristrutturazione perché siamo al limite». La linea, insomma, è necessariamente quella dell’unione dei servizi. Ma cosa cambierà all’atto pratico? «Pensate alla Polizia locale», l’invito di Marson, «oggi i vigili sono oberati di pratiche burocratiche che li costringono a rimanere in ufficio e impediscono loro di essere sul territorio». Gestirle con altri comuni permetterà agli agenti, anche in pattuglie miste con quelli di altri comandi, di essere in prima linea per garantire la sicurezza di tutti.
La questione, però, non riguarda soltanto gli aspetti economici e di qualità dei servizi. «Noi siamo chiamati a confrontarci con l’aeroporto di Malpensa. Se i nove comuni del Cuv non hanno una linea comune questo indebolisce la forza del consorzio, mentre parlare con una voce sola significa avere una maggiore capacità di contrattazione e di contestazione».
La linea indicata da Marson è condivisa da tutti gli altri candidati e amministratori. «Il nostro slogan è “Cambia prima di essere costretto a farlo”», le parole di Davide Sironi, aspirante sindaco di Samarate, «non si può più gestire il comune come se fosse un feudo. In questo caso l’unico vantaggio è che si allena la giunta ad elencare i tagli dei contributi statali. Sappiamo che il localismo non funziona e quindi la strada è aprirci: partecipare ai bandi per trovare altre risorse. A Samarate negli ultimi cinque anni si sono perse molte occasioni sia per mancanza di fondi sia per volontà. Per i servizi sociali c’è stato un calo di spesa di 300mila euro. si è arrivati ad avere solo un assistente domiciliare su tutto il Comune. Noi, invece, vogliamo dare un segnale forte mettendo in rete il servizio».
Dal canto suo Stefano Bellaria, candidato a Somma Lombardo, ha ricordato come «in passato la mia città è stata un punto di riferimento quando ha dialogato con i comuni vicini. Dobbiamo avere il coraggio di collaborare. Partire da un nuovo servizio potrebbe fare la differenza: ad esempio la cultura, i servizi educativi. Da oggi si apre una nuova fase e speriamo di poterci sedere al tavolo insieme già il giorno dopo le elezioni».
Anche gli amministratori già in carica hanno risposto “presente” all’appello lanciato da Lista Civica Democratica. «Dobbiamo far quadrare i conti dal punto di vista della prospettiva che vogliamo dare ai nostri territori. E se ci si pone il problema adesso significa che si è già avanti», le parole di Angelo Bellora (Cardano al Campo). Anche il sindaco di Besnate Giovanni Corbo ha riconosciuto come «di solito in campagna elettorale ci si concentra sul proprio ombelico: organizzare serate di questo tipo significa essere amministratori lungimiranti». Collaborazioni come queste, ha aggiunto il primo cittadino di Vergiate Maurizio Leorato, permettono di «occuparsi delle piccole cose che sembrano banali ma condizionano l’esistenza dei cittadini. La qualità della vita si misura da queste più che dalle grandi opere».
Certo, la strada da percorrere è lunga. Come ha ricordato Margherita Silvestrini, assessore ai Servizi sociali del comune di Gallarate, «la spesa sociale che i comuni condividono nell’ambito del piano di zona è pari solo al 20%. Questo significa che i singoli enti lavorano ancora pensando soltanto ai bisogni dei propri cittadini». E questo, oltre ad aumentare i costi, «disorienta i singoli cittadini perché la risposta ai bisogni è molto diversa da comune a comune».
Che quello verso l’unione dei servizi sia un «percorso lungo» lo ha condiviso anche la senatrice Erica D’Adda (Pd). Ma mai come in tempi come questi occorre imboccare questa strada: «le crisi», ha concluso la parlamentare, «ci costringono a cambiare paradigma e a guardare il mondo con occhi nuovi».